FUCKSIA, QUERCETTI, CROCETTI E ROSSI SUL PIANO WHIRPOOL: OGGI TEMPO DI LOTTA

PRESENTAZIONE DI UN PIANO INDUSTRIALE SHOCK AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DA PARTE DI WHIRLPOOL: ANNUNCIATI 1350 ESUBERI E LA CHIUSURA DI 3 STABILIMENTI. Prevista la chiusura di 3 stabilimenti: Albacina (Ancona), Carinaro (Caserta), None (Torino) e a nnunciati 1350 esuberi (1.200 operai e 150 impiegati e tecnici specializzati) con  pesanti ricadute secondarie sull’indotto. Il punto politico da Fabriano.

Le reazioni: Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà

“Il  bilancio complessivo – afferma la senatrice del Movimento 5 Stelle Serenella Fucksia – è  allarmante anche perché è stato annunciato un probabile  ulteriore ridimensionamento del numero di impiegati nel  giugno prossimo, quando sarà ufficializzato un secondo piano riorganizzativo. Se questo dato verrà riconfermato ci troveremo di fronte ad un  dimezzamento della forza lavoro e questo è inaccettabile. In questo momento le  priorità devono essere il mantenimento dell’occupazione   ed il  rilancio delle Marche come polo strategico nazionale ”. “La preoccupazione, dopo la chiusura del forno di Albacina – continua Fucksia – era già molto forte, ma questo scenario va oltre le più pessimistiche previsioni. Dopo l’annuncio di oggi si cristallizza una situazione difficilissima, soprattutto per un territorio, come quello marchigiano e di Fabriano in particolare, già fortemente segnato dalla crisi”. “Whirlpool ritorni sui suoi passi  e rispetti gli impegni dell’accordo del 2013.”

“La chiusura dello stabilimento di Albacina – commenta Maurizio Quercetti Segretario Federazione di Ancona, Partito Rifondazione Comunista – non è che l’ennesimo colpo mortale inferto al territorio fabrianese. Con il passaggio dell’Indesit alla multinazionale americana Whirlpool vediamo un altro pezzo di tessuto produttivo italiano che se ne va all’estero, con l’inevitabile perdita di posti di lavoro che ne consegue. Rimane lo sconcerto nel raccogliere il mero cordoglio di chi, in queste ore, piange lacrime di coccodrillo per l’esito raggiunto, ma che a suo tempo ha giocato un ruolo di prim’ordine in questa partita rassicurando sul fatto che l’acquisizione non avrebbe portato ad alcun licenziamento, almeno fino a tutto il 2018. Ci sentiamo – conclude Quercetti – al fianco delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie che in queste ore stanno giustamente occupando le strade in segno di protesta.”

“Il Partito Democratico di Fabriano – scrive il segretario Michele Crocetti – esprime preoccupazione per il nuovo piano industriale nazionale Whirlpool che, da quanto afferma il Governo in una delle agenzie diffuse, si è discostato dall’impegno a non procedere a licenziamenti unilaterali. Per questo ci impegneremo a sollevare la questione presso tutti i canali istituzionali competenti, affinché si possa al più presto fare chiarezza e giungere ad una soluzione che salvaguardi i livelli occupazionali del nostro territorio. I tanti lavoratori e le loro famiglie hanno bisogno di garanzie in merito: l’eventuale e contestata scelta di diminuire l’occupazione non può essere in alcun modo condivisa, perché determinerebbe un danno irreversibile ad un tessuto economico e sociale già fin troppo lacerato dalla perdurante crisi economica. Auspichiamo, quindi, l’intervento delle massime istituzioni e ci auguriamo che la Whirlpool si dimostri seria e disponibile al dialogo, confidando nel fatto che il Governo ha già espresso contrarietà al piano.”

Il Piano Whirpool – commenta Emanuele Rossi, Sinistra Ecologia e Libertà – è da combattere e rigettare. In primo luogo non sono state convocate le rappresentanze territoriali, sia sindacali che politiche, nell’incontro che si è tenuto presso il Ministero; in secondo luogo, la chiusura dello stabilimento di Albacina è l’ennesimo colpo ad una zona già stremata da una grave crisi occupazionale. La nostra collettività non può rimanere in silenzio. Le mobilitazioni degli operai di Albacina e degli impiegati fabrianesi sono state repentine ed importanti, la reazione della nostra comunità deve essere altrettanto rapida. Fabriano non può più affidarsi ai vecchi potenti di un tempo, ora possiamo risollevarci solo se mostriamo un territorio unito e coeso sul tema del lavoro e della difesa dell’occupazione. I Merloni hanno preso i soldi della vendita di Indesit e non hanno più peso nelle decisioni, davanti a noi ora ci sono gli interessi di una multinazionale, che calpesta la dignità del nostro territorio; noi siamo pulci per loro, e solo insieme potremmo far sentire la voce di un comprensorio intero. I lavoratori, i commercianti, la politica, gli industriali, i tanti giovani e precari, noi tutti, dobbiamo cogliere l’urgente necessità di una mobilitazione collettiva a difesa della tenuta sociale di Fabriano. È finito il tempo di sperare in accordi familiaristici, oggi è il tempo di lottare.

Marco Antonini